giovedì 25 agosto 2011

Quando un film diventa opera d'arte: 2001 Odissea nello spazio


2001 - Odissea nello spazio non è un film.
O per lo meno non lo è nell'accezione più comune del termine: 2001 - Odissea nello spazio è un'opera d'arte, e, come tale, un'esperienza sensoriale.
Come spesso mi accade, discutendo di cinema con amici e conoscenti e di questo film in particolare, mi sono trovato spesso ad ascoltare frasi di questo tenore: "Che film noioso...non parlano mai!" oppure "Ho visto i primi 15 minuti e poi sono caduto in catalessi!". Inutile dire che al sentire proferire certe frasi il dialogo si è inevitabilmente interrotto!

Signori, qui si scavalca il concetto di film.
Chi cerca una pellicola con una storia da seguire, con una trama avvincente, con dialoghi appassionanti è meglio che rivolga la propria attenzione altrove. In quest'opera d'arte ciò che importa non è la trama - che pure c'è -, tanto meno i dialoghi, rarefatti fino all'inverosimile.
E' vero, se guardiamo in superficie qualcuno potrebbe anche rischiare di annoiarsi: qui i silenzi hanno più peso delle parole, il ritmo è piuttosto lento...
Chi però scaverà a fondo troverà un film che è filosofia allo stato puro, si perderà nell'infinito assieme all'equipaggio della Discovery in missione verso il pianeta Giove, accompagnati dalla splendida colonna sonora e dai valzer di Strauss, apprezzerà la ricostruzione certosina delle architetture spaziali e soprattutto rimarrà a bocca aperta durante la mezz'ora finale, a mio avviso uno dei punti più alti (se non il più alto) della cinematografia di tutti i tempi: impossibile rimanere indifferenti mentre il protagonista attraversa quello che potremmo considerare un varco spazio-temporale per poi essere proiettati in un'anacronistica, surreale, inquietante ambientazione domestica.


Inutile poi cercare di dare una spiegazione logica al film: il finale criptico apre molti più interrogativi di quanti ne possa risolvere. Tutto è lasciato alla libera interpretazione dello spettatore: è il confronto tra l'uomo e Dio, tra l'io e l'infinito, il senso della vita, è l'evoluzione dell'uomo, il controllo della tecnologia...2001 - Odissea nello spazio è tutto questo...e molto di più!


Come rimaniamo estasiati e senza parole di fronte alla Pietà di Michelangelo, interrogandoci su come mani umane abbiano potuto plasmare una tale perfezione, così accade con l'opera di Kubrik: la sua proverbiale maniacalità gli fa concepire un'opera irraggiungibile, connubio perfetto di pensiero e immagine, vera traduzione visiva del concetto filosofico.

VOTO: 10/10

4 commenti:

  1. Qui ci sarebbe da inventare una scala di valutazione apposta! Altro che 10, mancano la Lode e il bacio accademico!!!

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  2. ma bravo Sergen, ti piace vincere facile eh?
    cosa commenterai la prossima volta, la Gioconda o la Pietà di Michelangiolo???
    bando a queste ciance, esigo recensioni sull'attualità o meglio ancora sul futuro, altrimenti chiudi pure la baracca!
    Proprio perchè ti stimo sento quantomai viva la necessità di pungolarti...vedi un pò tu ...
    BV

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  3. Caro BV...i miei gusti musicali e cinematografici (fortunatamente) sono fatti anche di cose che mi piacciono, non solo di cose che critico!
    Stai tranquillo che arriveranno anche recensioni cinematografiche che stroncheranno film nuovi, ma concedimi anche che si possa parlare di capolavori senza tempo e di musica che non ha età, altrimenti...chiudo baracca sul serio!

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  4. Un film che abbraccia il cosmo dell'essere, dalla microscopicità dell'uomo, alla infinita grandezza dello spazio e del tempo. Da vedere e rivedere, per apprezzarlo ogni volta di più.

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